Entrata ufficialmente in vigore la manovrina chiesta da Bruxelles all’Italia per pareggiare i conti ed evitare così l’apertura di una procedura d’infrazione a carico del nostro paese. La manovrina per ridurre il deficit/Pil di quest’anno al 2,1% scende a 3,1 miliardi, 300 milioni in meno rispetto ai 3,4 miliardi iniziali e sterilizza le clausole di salvaguardia di Iva.
Per quanto riguarda il tanto discusso capitolo Iva infatti, si prevede che l’anno prossimo l’aumento del 3% sull’imposta prevista per i beni di largo consumo sia ridotta all’1,5 per cento, nel 2019 allo 0,5% e nel 2020 all’1 per cento.
Ma una norma in particolare è destinata a far discutere e riguarda i pignoramenti immobiliari che sono resi ora più semplici. Nel dettaglio è stato introdotto un limite più elastico in relazione al pignoramento delle seconde case e degli altri immobili di proprietà del contribuente in debito con lo Stato. Il tetto di valore dei 120 mila euro oggi esistente non si calcolerà più sul singolo bene del contribuente, ma sulla totalità dei beni a lui intestati. In sostanza diventa più semplice pignorare la casa del contribuente che è in debito con il Fisco.
Per capire meglio cosa significa ricordiamo cosa prevede l’attuale normativa sui pignoramenti immobiliari.
Oggi è vietato pignorare la prima casa se questa è l’unico immobile di proprietà del contribuente e a patto che sia accatastato come abitazione civile – quindi non sia da considerare un immobile di lusso.
Inoltre è vietato il pignoramento quando il valore dell’immobile da pignorare, al netto delle passività ipotecarie, è inferiore ai 120 mila euro. Ora la modifica introdotta dalla manovrina chiesta da Bruxelles all’Italia interviene proprio sul quantum, ossia sul valore dell’immobile da sottoporre a pignoramento quando si ha un debito pendente con il Fisco.
Se il patrimonio immobiliare complessivo, compresa la prima casa, supera i 120.000 euro, la riscossione potrà agire in maniera diretta senza alcun limite. È sufficiente quindi che il totale dei beni immobili posseduti dal debitore, e non più il singolo bene da espropriare, raggiunga l’importo dei 120mila euro e scompare il divieto.
Ne consegue che il pignoramento diventa più facile, come scrive il sito Laleggepertutti.it:
“in buona sostanza viene agevolato il pignoramento immobiliare essendo più facile, in questo modo, raggiungere la soglia di legge. Infatti, per effetto della modifica, ai fini del pignoramento immobiliare i requisiti di valore sono rappresentati (oltre che dal non mutato importo del debito complessivo affidato all’agente della riscossione, che come abbiamo detto deve essere maggiore di 120 mila euro) dal valore catastale del totale degli immobili posseduti, che deve essere pari almeno a 120 mila euro”.
Resta fermo il divieto di pignoramento dell’abitazione principale, a prescindere dall’entità del credito e dal valore dell’immobile.
Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/pignoramenti-piu-semplici-il-regalo-della-manovrina-ai-contribuenti/
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