Con parere del 25 marzo la BCE ha accolto positivamente la proposta di riforma delle banche popolari italiane, delineata all’articolo 1 del decreto-legge 3/2015 “recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti”.
Nel documento la Banca centrale definisce la riforma delle popolari “una tappa fondamentale per affrontare le criticità relative al loro sistema di governo”, riconoscendo a tale innovazione normativa il pregio di “valorizzare un efficace potere di controllo dei soci sul management; di accrescere la capacità delle banche di raccogliere capitale; di ridurre il rischio di una concentrazione del potere in capo a gruppi minoritari di soci; di fornire l’opportunità di individuare sinergie ed economie di scala attraverso fusioni e acquisizioni”, contribuendo altresì all’innalzamento complessivo del livello di stabilità del sistema bancario italiano.
In particolare, l’autorità al vertice del MVU analizza la soglia fissata nel decreto-legge per l’obbligo di trasformazione delle popolari in società per azioni – individuata in un attivo patrimoniale almeno pari a 8 miliardi di euro -, definendola “appropriata” e “coerente” con l’attuale distinzione tra banche popolari con un’ampia portata territoriale e operativa, con un modello di business simile a quello delle banche commerciali, e banche popolari ispirate ad un modello bancario cooperativo e mutualistico.
Inoltre, con riguardo alla trasformazione in forma di società per azioni, la Bce mette in evidenza come da tale modifica possano derivare importanti benefici per gli enti creditizi, soprattutto in tema di rispetto dei requisiti richiesti dal Regolamento CRR in tema di fondi propri. Infatti, viene segnalato come non solo la trasformazione accrescerà la capacità delle banche di raccogliere capitale, ma renderà anche più agevole l’inclusione nel common equity tier 1 degli strumenti di capitale da queste emessi.
Infine, sempre in tema di patrimonializzazione delle banche sottoposte al suo diretto controllo, la Bce chiarisce che spetta esclusivamente al suo giudizio la possibilità di limitare il diritto al rimborso dei soci, qualora da questo possa derivare una significativa riduzione dei fondi propri della banca, precisando che alla Banca d’Italia spetta un potere del tutto analogo con riferimento alle banche popolari di più piccola dimensione.
Alla luce dei vantaggi descritti nel documento, la Bce ritiene che la riforma promossa dal governo italiano non debba subire sostanziali modifiche e ne incoraggia una tempestiva attuazione.
ROMA - via dei Monti Parioli 34 - 00197 | |
Telefono: | +39 06 90258880 |
Fax: | +39 06 42004802 |
MILANO - Via Monte di Pietà 21 - 20121 | |
Telefono: | +39 02 30457051 |