"Con la ripresa economica il problema dei crediti deteriorati (Npl, Non performing loan, ndr) si sta gradualmente ridimensionando". E' quanto ha affermato il vice direttore generale della Banca d'Italia Fabio Panetta, nel suo intervento al seminario istituzionale sulle tematiche legate ai "Non performing loans" alla Camera dei Deputati. Tanto per chiarire la portata del problema, Panetta ha fatto presente che i crediti a sofferenza, a fine dello scorso anno, ammontavano a 81 miliardi assistiti da garanzie reali per 92 e personali per altri 36 miliardi.
Il dirigente di Palazzo Coch ha fornito anche dei dati particolareggiati sulla reale portata del problema. "Nello scorso dicembre i crediti deteriorati delle banche italiane ammontavano a 173 miliardi al netto delle rettifiche di valore (9,4% del complesso dei prestiti); avevano raggiunto - sono parole di Panetta - un valore massimo di 200 miliardi nel giugno 2015. Al lordo delle rettifiche i crediti deteriorati erano pari a 349 miliardi alla fine dello scorso anno. Tale ammontare, spesso preso a riferimento sulla stampa, si riferisce al valore nominale delle esposizioni, non rappresenta quindi l'effettivo rischio che grava sui bilanci bancari. Dei 173 miliardi di crediti deteriorati, 92 facevano riferimento a situazioni per le quali è ancora possibile il ritorno alla regolarità dei pagamenti, soprattutto in presenza di un consolidamento della ripresa. Le cosiddette sofferenze, ovvero la componente più rischiosa, si attestavano a 81 miliardi, il 4,4% dei prestiti totali. A fronte delle sole esposizioni in sofferenza le banche detengono garanzie reali per 92 miliardi e personali per 36 miliardi.
Panetta ha poi assicurato che "l'azione di vigilanza proseguirà con intensità"."La guida operativa sulle gestione dei crediti deteriorati elaborata dall'Ssm (single supervisor mechanism della Bce, n.d.r.) dispiegherà i propri effetti negli anni a venire "nei prossimi mesi contiamo di estenderla a tutte le banche italiane. Esse dovranno adeguarsi, migliorando le proprie tecniche di gestione dei crediti deteriorati. Ciò produrrà effetti importanti, che si realizzeranno tuttavia nel medio periodo. Sarebbe utile intervenire sulla normativa europea affinche' le operazioni di cessione massive e straordinarie di crediti deteriorati non si riflettano negativamente sulla stima dei parametri prudenziali delle banche che adottano modelli avanzati per la misurazione del rischio di credito. Occorre evitare disincentivi alle cessioni".
il dirigente di via Nazionale, "un ulteriore, importante contributo allo sviluppo del mercato potrebbe provenire dalla ripresa delle operazioni di cartolarizzazione. Una rapida finalizzazione dei lavori europei sul fronte delle cartolarizzazioni 'semplici e trasparenti', nell'ambito delle iniziative volte a realizzare l'unione dei mercati dei capitali, appare particolarmente utile".
Comunque, ha ammonito il dirigente di Bankitalia, "la soluzione del problema dei crediti deteriorati richiede tempo".
"Nell'attuale contesto di mercato, vendite rapide e in massa si tradurrebbero in un generalizzato e indesiderabile trasferimento di risorse verso i pochi investitori specializzati che vi operano in condizioni di oligopolio; soprattutto, eroderebbero la base patrimoniale delle banche in un momento in cui l'accesso al mercato dei capitali è ancora difficoltoso. Va inoltre considerato che gran parte delle esposizioni deteriorate si concentra presso banche le cui condizioni finanziarie sono solide, tali da non richiederne l'immediata e massiccia vendita sul mercato. Anche questi intermediari, al pari di quelli più deboli, devono migliorare le strategie di gestione interna dei crediti deteriorati al fine di conseguire tassi di recupero mediamente molto superiori agli attuali prezzi di vendita, come dimostrano recenti analisi condotte dalla Banca d'Italia".
Nel ribadire che è indubbio come "l'elevata incidenza dei crediti deteriorati crei rischi per le banche italiane (maggiore difficoltà di accesso ai mercati della raccolta e dei capitali; maggior onere della raccolta; maggiori oneri gestionali)", Panetta ha proposto "interventi miranti a migliorare in modo rapido e credibile il funzionamento della giustizia civile e i tempi di recupero dei crediti avrebbero importanti effetti positivi per la risoluzione di questo problema, e più in generale per il funzionamento dell'economia del Paese".
Il problema dei crediti deteriorati "esiste ma ha una dimensione gestibile", visto che le cessioni stanno accelerando e nel biennio 2016-2017 "quasi un quarto degli Npl sono stati o saranno ceduti", ha a sua volta dichiarato il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, nel corso del seminario. "Possiamo ipotizzare", ha detto Sabatini, che "nei prossimi mesi ci sarà un'ulteriore riduzione degli Npl sia per operazioni di cartolarizzazione sia per cessioni". Dopo le cessioni per 19 miliardi nel 2015 e per 14 nel 2016, ha proseguito, nel 2017, tra operazioni già annunciate o realizzate, siamo passati a 58 miliardi, quindi nel biennio 2016-17 quasi un quarto del totale degli Npl sono stati o saranno ceduti
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